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Gruppo Lo Conte

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I Nostri Marchi

Zero l'avventuriero

C’era una volta uno Zero, che viaggiava da solo per il mondo. Aveva visitato l’Italia, la Francia, la Cina, era stato persino in Australia e aveva attraversato le Americhe. Ma Zero era stanco di girovagare: dopo tante avventure, desiderava vivere tranquillo in una casa in collina, circondato dal verde e da tanti amici con cui condividere interessi, giocare e passare le giornate.

Venne a sapere, un giorno, del dolce giardino della conta, un luogo dove i numeri abitano felici. Le case sono dei muffin soffici e gli alberi bastoncini di zucchero di vari colori. Il dolce giardino della conta è davvero un luogo incantato. Nei ruscelli scorre cioccolato, l’erba è puro e delicato pan di Spagna e le strade non sono ricoperte di ciottoli, ma da granella di pistacchio. Anche il cielo desta meraviglia, con le sue nuvole di latte e le sue stelle ripiene come confetti.

Il giardino, però, era dall’altra parte del pianeta. Per raggiungerlo bisognava attraversare tre continenti, guadare fiumi e scalare monti. Cosa volete che sia per uno zero abituato all’avventura?

Deciso a raggiungere il giardino della conta, Zero iniziò a camminare. In Cina, incontrò gli amici che lo avevano ospitato l’anno prima. Gli fecero tante feste e lo invitarono a restare per il capodanno, ma Zero era deciso a trovare il suo posto nel mondo: il dolce giardino della conta. Bevve una tazza di tè, salutò con garbo e continuò il suo viaggio.

In Francia, ritrovò il Signor Bernard, che lo invitò nel suo ristorante a mangiare le sue baguette e i suoi dolci prelibati. La voglia era tanta e l’acquolina era inarrestabile. Cedette per un attimo alla tentazione: si riempì il pancino e riprese il suo cammino.

In Brasile, beccò il carnevale: tutti quei colori, quella frenesia dettata dai suoni lo spinsero a ballare. Danzò per un giorno filato, fino a perdere il fiato.
Un giorno, fu letteralmente inseguito da una macchina fino a scuola. Scese un signore elegante, con un bel vestito. Cinque rimase sorpreso, soprattutto quando il signore si presentò come Mister Biel: era il direttore artistico di una nota compagnia teatrale e voleva Cinque come star principale dei suoi spettacoli.

Il mattino seguente si svegliò frastornato, ma determinato a trovare presto il dolce giardino della conta. Riprese a camminare, questa volta senza sosta, e un mese dopo si ritrovò dinnanzi a una grande porta. Bussò con vigore e la porta si aprì facendo un gran rumore. Il rumore lo spaventò, ma la vista lo ammaliò.
Quando rientrò a casa dalla tournée teatrale, si meravigliò delle centinaia di lettere che aveva ricevuto: le lesse tutte e si commosse.

Ecco davanti ai suoi occhi il dolce giardino della conta, con tanti numeri che giocavano felici. C’era Cinque, che cantava e allietava i suoi vicini, e la maestra Uno, che insegnava a contare ai piccoli numerini. C’era Sei che stava realizzando un quadro maestoso per la mostra, e c’era Tre, la Regina del pan di Spagna, che sfornava dolci soffici con la panna.

Alla vista di Zero, gli altri numeri restarono sorpresi: chi era questo che sembrava un otto senza cintura? Oppure un sei senza ciuffo o un nove senza codina?
Un vecchio e saggio sette si avvicinò e gli tese la mano. “Benvenuto nel dolce giardino della conta – gli disse – ora sei a casa. Raccontaci le tue avventure, caro Zero”.

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